“Il mondo l’ho fatto io e l’ho fatto male… solo che adesso non so come cambiarlo.”
Sembra un delirio di onnipotenza, eppure questa frase contiene una profonda verità.
Siamo convinti che la realtà esterna sia indipendente dalla nostra volontà ma, osservando con attenzione, scopriamo che le cose non stanno esattamente così.
L’inconscio interagisce continuamente con lo scorrere degli eventi.
Tra il mondo esterno e il mondo interno esiste una relazione costante, che modella la vita fino a renderla congrua con ciò che intimamente riteniamo vero.
Nasciamo con la fontanella aperta e la predisposizione ad accogliere quello che ci circonda facendolo diventare parte di noi, e apprendiamo da bambini a disegnare le forme con cui costruiremo la realtà.
Durante l’infanzia dobbiamo imparare a decifrare ciò che abbiamo intorno e incasellare le esperienze nei modi condivisi dalle persone che per noi sono importanti.
Utilizzare un codice comune permette di sentirsi parte del gruppo, membri a tutti gli effetti della famiglia di appartenenza.
È un processo fisiologico e psicologico insieme.
Nel periodo della crescita il cervello si abitua a riconoscere determinate gestalt, strutturando le abitudini necessarie a muoversi con sicurezza nell’ambiente.
La realtà, quella che comunemente riteniamo indipendente dalla nostra volontà e creata da Dio o dal Big Bang, nasce dentro di noi.
Ogni evento è un evento interiore.
Prende forma intimamente e possiamo riconoscerlo all’esterno grazie al gioco di specchi della proiezione e della rimozione.
Ecco perché “il mondo l’ho fatto io” e se non mi piace dovrò imparare a cambiarlo.
Tuttavia, per incidere sulla realtà sarà necessario modificare le gestalt con cui interpreto la vita e strutturare diversamente gli equilibri tra le innumerevoli parti che compongono il mio assetto interiore.
È un lavoro intimo e profondo fatto di pazienza, di ascolto e di continue rivelazioni.
Per riuscire è indispensabile scoprire in che modo ciò che succede nell’inconscio preforma gli avvenimenti.
Tutti gli avvenimenti.
Anche quelli che sembrano indipendenti dalle mie scelte.
Poiché:
“Il Simile Attira Il Simile”
e
“Come Dentro Così Fuori”
ciò che avviene nella vita interiore si manifesta in ciò che succede… nel tentativo infallibile di aiutarmi a crescere.
m
DENTRO & FUORI
m
Angelo fa lo psicoterapeuta in una comunità.
Il suo è un lavoro di responsabilità che richiede passione e dedizione.
Per questo ogni anno fatica a prendere le ferie che gli spettano.
Nel timore di interrompere i ritmi del cambiamento finisce con l’assentarsi soltanto pochi giorni a Pasqua e a Natale, in modo che la sua mancanza non incida sul percorso di crescita di chi si è affidato a lui con fiducia e impegno.
Senza rendersene conto il terapeuta stritola il proprio bisogno d’amore e di piacere sotto una valanga di doveri.
Segregata nell’inconscio, però, una parte giocosa e rilassata desidera ardentemente le vacanze, e si sente morire sotto il peso delle innumerevoli incombenze quotidiane.
Angelo non vorrebbe far male nemmeno a una mosca, ma la crudeltà con cui ignora la sua spensieratezza riflette nel mondo la prepotenza.
I soprusi contro chi non può difendersi lo indignano profondamente.
Eppure…
Finché continuerà a sfruttare senza scrupoli le proprie parti infantili per favorire il suo senso del dovere, coltiverà la violenza dentro di sé e contribuirà, senza saperlo, a tener viva la prepotenza.
* * *
Simonetta ama gli animali e combatte ogni giorno per sostenere i loro diritti in una società che, invece, li considera soltanto oggetti utili per soddisfare i piaceri dell’uomo.
Simonetta è sempre pronta a farsi in quattro e la sua disponibilità la spinge a sacrificarsi per le persone che ama.
Così facendo trascura il proprio bisogno di ricevere attenzioni, confinando se stessa in coda alle sue priorità.
A prima vista può sembrare altruista e generosa ma, a ben guardare, agisce contro di sé la stessa indifferenza che combatte nel mondo e, mentre sostiene i diritti dei più deboli, maltratta le proprie parti istintuali, affermando inconsciamente la legittimità dello sfruttamento.
* * *
Matteo non vuole essere presuntuoso e cerca in tutti i modi di non far pesare la sua cultura e le sue competenze, anche quando sarebbe necessario permettere agli altri di riconoscerne il valore.
Ama essere umile e alla mano ma questo lo rende avaro con se stesso e si riflette in una cronica mancanza di denaro.
Impropriamente Matteo combatte la scarsità fuori di sé.
La povertà che lo affligge non dipende da una penuria di opportunità lavorative ma dagli apprezzamenti che nega a se stesso, sostenendo nell’inconscio l’imprescindibilità della miseria.
2 commenti su “CAMBIARE IL MONDO PARTENDO DA SE STESSI”
gent.ma bravissima e profonda… scusi se mi permetto… è lei l’espertissima però… stavolta mi pare un po’ esagerato eccessivo, specie la prima storia. boh… Persone che si occupano molto degli altri specie di casi davvero tosti di malattie fisiche e psichiche terribili di gente in pratica abbandonata depositata in centri magari onlus dove fanno quasi solo magiare dormire pastiglie dove danno lavoro a tanti operatori ce n’è tanti e se qualcuno partecipa con passione dedizione al benessere altrui ben venga se ottiene risultati ed è felice così e ce la fa ben venga l’abnegazione e il sacrificio e il non attaccamento al denaro così fuori moda, si renderà utile se gli piace e se non in questa in altra vita sarà apprezzato. certo trascurare se stessi non è un bene, siamo il primo altro da amare rispettare però dire che contribuiscono a rendere il mondo prepotente ecc mi pare esagerato. cornuti e mazziati? anche in colpa devono sentirsi? non solo verso il se stesso che trascurano ma anche verso il mondo? non sono (principalmente) i prepotenti egoisti senza scrupoli che lo peggiorano il mondo? e c’è chi cerca di tappare i danni? buona giornata
Cara Renata, il mondo interiore e quello esteriore comunicano sempre. Migliorare se stessi è il primo passo per cambiare la realtà. Un atteggiamento inflessibile e crudele verso se stessi va corretto proprio come un atteggiamento inflessibile e crudele verso chiunque altro. Se leggi con attenzione il post capisci che il mio pensiero riguarda la vita intima e non intendo certo colpevolizzare nessuno, ma solo condividere degli strumenti di crescita personale
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gent.ma bravissima e profonda… scusi se mi permetto… è lei l’espertissima però… stavolta mi pare un po’ esagerato eccessivo, specie la prima storia. boh… Persone che si occupano molto degli altri specie di casi davvero tosti di malattie fisiche e psichiche terribili di gente in pratica abbandonata depositata in centri magari onlus dove fanno quasi solo magiare dormire pastiglie dove danno lavoro a tanti operatori ce n’è tanti e se qualcuno partecipa con passione dedizione al benessere altrui ben venga se ottiene risultati ed è felice così e ce la fa ben venga l’abnegazione e il sacrificio e il non attaccamento al denaro così fuori moda, si renderà utile se gli piace e se non in questa in altra vita sarà apprezzato. certo trascurare se stessi non è un bene, siamo il primo altro da amare rispettare però dire che contribuiscono a rendere il mondo prepotente ecc mi pare esagerato. cornuti e mazziati? anche in colpa devono sentirsi? non solo verso il se stesso che trascurano ma anche verso il mondo? non sono (principalmente) i prepotenti egoisti senza scrupoli che lo peggiorano il mondo? e c’è chi cerca di tappare i danni? buona giornata
Cara Renata, il mondo interiore e quello esteriore comunicano sempre. Migliorare se stessi è il primo passo per cambiare la realtà. Un atteggiamento inflessibile e crudele verso se stessi va corretto proprio come un atteggiamento inflessibile e crudele verso chiunque altro. Se leggi con attenzione il post capisci che il mio pensiero riguarda la vita intima e non intendo certo colpevolizzare nessuno, ma solo condividere degli strumenti di crescita personale