Viviamo in un mondo malato di guerre, di dolori e di aggressività.
Un mondo che spesso ci riempie di orrore lasciandoci inermi davanti al dilagare della sofferenza.
Vorremmo costruire una cultura nuova (in cui la morte sia il sereno compimento della vita e la vita sia un percorso volto a condividere i frutti della saggezza e della creatività) ma ci sentiamo piccoli davanti allo smisurato potere dei pochi che decidono le sorti dei tanti.
E ogni azione sembra inutile.
“Una goccia nell’oceano non può fare la differenza…”
Affermiamo arresi, mentre il ritmo frenetico delle incombenze quotidiane inghiottisce la volontà, intrappolando le speranze dentro una pericolosa indifferenza.
Se niente può essere fatto per costruire una realtà a misura d’uomo allora tanto vale approfittare delle opportunità più o meno lecite, senza preoccuparsi delle conseguenze.
E i pochi che ancora sperano nel cambiamento finiscono col delegare al soprannaturale il progetto di una società più giusta, auspicando un al di là capace di ribaltare le sorti sfortunate dell’al di qua.
Oscilliamo tra il cinismo e la spiritualità inseguendo una stabilità in grado di farci sentire in pace con noi stessi e con gli altri.
E ci schieriamo dalla parte dei giusti additando la cattiveria o la stupidità, nel tentativo di eliminarle dal mondo.
Poi condanniamo la crudeltà invocando pene più severe per chi si fa beffe della debolezza e abusa del proprio potere.
Oppure sosteniamo di doverci occupare soltanto del nostro tornaconto, certi che ognuno deve pensare per sé perché a essere gentili ci si rimette sempre.
È in questo modo che alimentiamo la guerra nelle profondità di noi stessi e, senza saperlo, coltiviamo la brutalità nel mondo.
Inseguendo il sogno di una società più sana, ci sforziamo di eliminare tutto ciò che giudichiamo sbagliato confinandolo dentro una segreta dell’inconscio, convinti di potercene dimenticare per dedicarci alle nostre parti migliori.
Per essere come pensiamo che dovremmo essere e conformarci al modello di una vita perfetta, selezioniamo con cura le possibilità espressive a nostra disposizione, facendo spazio agli aspetti adeguati e reprimendo quelli poco presentabili.
Un Sé Perfezionista ed Esigente addita ciò che non va bene, colpevolizzando le emozioni che si discostano dall’immagine ideale e costringendoci a rinnegare le parti che manifestano atteggiamenti, pensieri e sentimenti poco gradevoli.
Un Giudice Interiore gli da man forte, condannando la cattiveria del mondo e incitandoci a schierarci dalla parte dei buoni, o dei forti, o dei furbi… a seconda dei casi.
Così occultiamo le imperfezioni dentro di noi, e combattiamo con ardore tutto ciò che le rappresenta nel mondo esterno, dando vita a tante guerre sante e alimentando l’ostilità e i conflitti.
Un Bambino Crudele, poco incline alla condivisione ci istiga costantemente all’egoismo, incurante dei bisogni degli altri e delle buone maniere.
È impulsivo, prepotente, suscettibile, avido e opportunista.
Incarna tutto ciò che non ci piace.
È difficile ammetterne l’esistenza nella psiche.
È più facile nasconderlo (reprimendo e ignorando la sua voce interiore) piuttosto che accoglierne le ragioni mandando in pezzi l’immagine idealizzata di noi stessi.
Il Bambino Crudele rovina il gioco immacolato della perfezione inchiodandoci alle responsabilità della nostra energia emotiva.
Non serve nasconderlo dietro un moralismo di facciata, separando arbitrariamente il bene dal male.
Una cultura nuova deve imparare a contenere interiormente gli opposti, accogliendo i buoni e i cattivi senza falsi perbenismi.
La vita emotiva è ricca di contrasti e il bene e il male sono aspetti complementari di una stessa vitalità.
Imparare a tollerare la propria imperfezione interiore permette di accogliere anche l’imperfezione del mondo.
E ci aiuta a comprendere la profondità dell’esistenza, senza discriminare.
Questo non vuol dire permettere il dilagare della prepotenza.
Smettere di proiettare all’esterno le nostre parti negative significa guardare con sincerità se stessi e il mondo, e coltivare l’onestà necessaria a evolvere gli aspetti immaturi della psiche.
L’energia dei vissuti interiori non è né buona né cattiva e ci mostra, un passo dopo l’altro, il percorso di crescita che dall’ego conduce alla fraternità, riflettendosi nell’ambiente.
Non può esistere l’altruismo se prima non si riconosce l’egoismo in se stessi, non ci può essere la fratellanza se prima non si attraversa la propria indifferenza, non si può condividere l’amore senza comprendere le parti sgradevoli di sé.
Religioni, guerre sante e buonismo vendicativo danno voce al bisogno inconscio di esprimere il Bambino Crudele (nascosto dietro un falso moralismo) e attuano una separazione arbitraria e pericolosa tra bene e male.
Uccidere i Sé giudicati illeciti (dentro o fuori di sé) coltiva la prepotenza, la violenza e le guerre nel mondo.
Carla Sale Musio
La personalità creativa
Scoprire la creatività in se stessi per trasformare la vita
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