I REGALI

“E’ caduta nel fiume”.

La voce della bambina era incrinata dal pianto.

Seguì di corsa la bambola: le era sfuggita di mano, mentre giocava con lei lungo il fiume.

Ma quella, trascinata dalla corrente, cominciava a intridersi d’acqua.

La bambina inseguiva sgomenta il corpo di pezza, quei capelli rossi di lana.

“E’ colpa mia se l’ho persa”, diceva.

La sconvolgeva il pensiero che la bambola inerme affrontasse i gorghi del fiume.

“Ma se si ferma, anche un attimo solo, potrò riprenderla”.

*** *** *** *** *** *** ****

Un sacco di peli e ossa.

Un gatto anziano, vicino al muro a prendere il sole.

Un tempo era stato bellissimo, ma gli stenti e l’età lo avevano immiserito.

Eppure un passante gli accarezzò il capo.

Il gatto non riceveva attenzioni da tanto e le fusa presero a scuoterlo.

L’uomo parlava con lui dolcemente.

Il gatto lo guardò stupito.

“Resta”, implorò, miagolando.

Invece quello, senza capire, accennò ad andarsene.

“Ancora un attimo”, sperò l’animale.

Ma l’uomo proseguì verso casa.

*** *** *** *** *** *** ***

Una pubblica piazza, un nodo scorsoio, la folla vociante.

Una vita sbagliata, del sangue versato, poi il processo e la sentenza di morte.

Ma lui, il condannato, nutriva ancora speranze.

Aveva chiesto la grazia al suo re.

Il tempo si riduceva, ma lui attendeva caparbio.

“Se arriva la grazia” si disse “ sarò un altro uomo”.

E pensava al perdono da chiedere, al bene da compiere, alla vita da vivere e celebrare.

Ma il tempo era quasi ultimato.

“Un attimo ancora” implorò tra sé.

E intanto sperava.

*** *** *** *** *** *** ***

Dall’alto vedeva tutto.

Lui, il Tempo, padrone degli attimi e dei millenni, signore del mondo.

E servo lui stesso del fluire eterno degli anni.

Si chiedeva a cosa servisse quell’andare implacabile, il procedere affranto e sconvolto di tante esistenze, quel dolore muto e senza speranza, protratto nei secoli.

Lui, servo, costretto a subire lo scorrere antico degli anni.

E, insieme, padrone di quell’andare infinito.

Infine, dopo lungo e sofferto riflettere, decise di fare qualcosa.

Avrebbe donato degli attimi, dopo averli rubati a se stesso.

E ruppe gli indugi.

*** *** *** *** *** *** ***

Fra tanti dolori scrutati, ne scelse tre.

Ne esistevano di più sofferti o di ancora più gravi, ma l’impulso lo spingeva ad agire.

E seppe a chi regalare gli attimi che avrebbe rubato.

*** *** *** *** *** *** ***

Il fiume piegava a gomito, prima di allargarsi alla foce.

La bambina correva ancora, sfiancata e senza respiro.

Ricordava che l’acqua rallentava in quell’ansa.

Il Tempo, allora, intervenne.

E fermò per un attimo la bambola vicino alla riva, dove un masso emergeva.

La bambina giunse allora.

Si gettò nell’acqua, incurante del freddo.

Poi afferrò la bambola e se la strinse al petto, bagnata com’era.

L’acqua del fiume stillava dai capelli rossi di lana, da quel corpo di pezza.

E si unì alle lacrime di gioia della bambina.

*** *** *** *** *** *** ***

L’uomo andava lento verso casa.

Ma pensava a quel gatto, vecchio e stremato.

Allora, senza volerlo, si fermò per un attimo.

Si disse che, in fondo, poteva tenere con sé l’animale: la casa aveva un ampio cortile.

Forse un tempo era stato bel gatto, pensò.

Magari si sarebbe ripreso.

E in quell’attimo in cui si era fermato, decise.

Si volse, tornò indietro.

Il gatto sembrò percepire da lontano i suoi passi.

Quando lui lo raggiunse, l’animale aveva già gli occhi socchiusi e umidi per la gioia.

*** *** *** *** *** *** ***

Il nodo ormai gli stringeva la gola.

Tra poco tutto sarebbe perduto.

Ma la fune parve incastrarsi: per un attimo si interruppe il suo scorrere letale.

E, proprio allora, un tumulto in fondo alla piazza.

Il trambusto crebbe.

“La grazia” si sentì urlare.

Il nodo si fermò.

Poi lo scalpitare di un cavallo, il messo del re, il foglio con la grazia.

La fune si allentò, di colpo.

Sconvolto e quasi incredulo, l’uomo giurò a se stesso che sarebbe cambiato.

*** *** *** *** *** *** ***

Allora il Tempo, che aveva tutto osservato, si concesse un sospiro.

Aveva mutato tre sorti.

Povere cose davvero, nelle vaste e drammatiche storie del mondo.

Ma lui ne restò consolato e stupito.

E, finalmente, si sentì vivo.

Palpitava in ogni suo attimo.

Gloria Lai

leggi anche:

IL BRUCO

MyFreeCopyright.com Registered & Protected

Ultimi commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

N/A lettori, amici e curiosi

TENIAMOCI IN CONTATTO