Internet ha rivoluzionato il mondo dell’informazione e oggi chiunque con un semplice clic può accedere a notizie di ogni genere: scientifiche o divulgative, per addetti ai lavori o smaccatamente pubblicitarie e ingannevoli, rigorose o burlesche.
Ce n’è per tutti i gusti!
Basta seguire il filo della curiosità navigando da una pagina all’altra per perdersi in un mare di conoscenze spesso contraddittorie.
La cultura sta cambiando e sul web possiamo trovare tutto e il contrario di tutto.
Le informazioni sono numerosissime, documentate e argomentate in maniera ineccepibile.
Così convincenti che, cercando di approfondire gli argomenti, si finisce per sentirsi impotenti e con una gran confusione in testa, in balia di un mondo privo di punti di riferimento attendibili.
La ragione cerca una risposta su cui fare affidamento e la logica va in tilt davanti a una poliedrica offerta di saperi in contrasto l’uno con l’altro.
Durante gli anni della scuola abbiamo imparato a costruire una visione della vita stabile e onnicomprensiva ma anche inamovibile e priva di elasticità, incapace di modificarsi per stare al passo con i tempi e con le nuove ricerche.
La complessità e il cambiamento fanno paura, e l’idea di dover mettere sempre in discussione tutto genera un’inquietudine interna, mandando in crisi il nostro bisogno di costruire abitudini rassicuranti, prevedibili e ripetitive.
Accogliere la molteplicità delle informazioni ci fa sentire incoerenti e creduloni, incapaci di pensare autonomamente e pronti a seguire passivamente l’ultima voce che ha parlato.
Ma, psicologicamente, è vero proprio il contrario!
La maturità permette di gestire una cultura sempre più ricca e variegata, e di accogliere dentro di sé una poliedricità non più dogmaticamente suddivisa in buoni e cattivi, giusto o sbagliato, vero o falso.
Con la crescita s’impara a valutare tante verità simultaneamente e a costruirsi un’opinione work in progress, valida fino a che non sarà confutata da una nuova scoperta.
Il vero e il falso diventano concetti relativi, provvisori e sempre discutibili.
Ciò che è giusto per qualcuno è sbagliato per qualcun altro.
Si affronta in questo modo una complessità che riabilita la soggettività e restituisce alla mente il suo posto autorevole affianco alla scienza.
Le informazioni contraddittorie segnalano la presenza di un’obiettività fluida e priva di rigidità, capace di comprendere gli opposti anche senza conciliarli.
E soprattutto, costringono a prendere una posizione individuale, accollandosi la responsabilità del proprio pensiero e delle proprie scelte.
In questa chiave, ciò che è vero per me è vero perché io voglio crederlo tale.
E non soltanto perché lo ha affermato l’esperto di turno.
La mente ha un potere importante nella formazione della realtà.
E l’inconscio interagisce sempre con il mondo che consideriamo esterno a noi, attirando, come una calamita, gli eventi che avvalorano le nostre convinzioni profonde.
Scegliere di prestare fede a una conoscenza orienta l’inconscio nella direzione della prevedibilità, facendo sì che le conferme non tardino ad arrivare.
Questo non vuol dire che la psiche sia l’unica artefice della verità.
Significa, invece, che, dall’incontro tra ciò che profondamente riteniamo vero con ciò che invece ci sorprende nel mondo scaturisce una lettura della vita inevitabilmente soggettiva ma non per questo irreale o fantastica.
La realtà è sempre la conseguenza del mondo interiore e appare veritiera a uno sguardo che osserva le cose con curiosità e partecipazione, pronto a schierarsi con ciò che di volta in volta cattura una convinzione profonda.
Delegare a un potere esterno, anche se autorevole e illuminato, la gestione delle informazioni significa abdicare alla propria capacità decisionale, lasciando ad altri lo scettro della propria esistenza.
Assumersi la responsabilità delle proprie scelte e del proprio pensiero, permette una visione del mondo in continua trasformazione ed evoluzione, e porta a costruire una società capace di accogliere la diversità con rispetto e senza discriminazioni.
La poliedricità delle notizie che circolano sul web ci costringe a interrogarci sul bisogno di attribuire a un’autorità onnipotente e onnisciente la gestione delle nostre vite e ci restituisce le redini della verità.
Non più quindi un sapere univoco ma tanti frammenti di un puzzle, che diventa sempre più pregnante a mano a mano che il disegno della conoscenza si fa congruo e significativo dentro di noi, e che, invece, perde di credibilità e di interesse quando compone gestalt che non riusciamo a interpretare e che non ci appartengono.
La realizzazione di un mondo migliore, libero dal razzismo e dalla prepotenza, passa attraverso l’accettazione del potere decisionale individuale e l’accoglienza di tante differenti verità in se stessi.
Contemporaneamente.
La tolleranza e la cooperazione sono la conseguenza di una molteplicità senza conflitti e senza discriminazioni.
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