Era un pastore.
Amava le sue pecore, ma a Pasqua e a Natale gli agnelli da latte finivano sacrificati e venduti.
Come avrebbe potuto campare, altrimenti?
***
Da alcuni anni gli era nato un nipote; era felice di portarlo in campagna con sè, insegnargli il nome delle piante, mostrargli le pecore e sentirsi orgoglioso di quello che gli avrebbe lasciato: un po’ di terra ed il gregge.
Il bambino, curioso e dolce, volgeva lo sguardo su quelle bellezze del mondo.
***
In realtà, l’uomo si era sempre sentito diverso dagli altri pastori.
Da piccolo, rimaneva sconvolto per la morte degli agnelli e avrebbe voluto salvarli.
Ma i suoi amici vedevano in lui qualcosa che li spingeva a schernirlo.
Allora, per non essere scartato da quel mondo che era la sua vita, mise un lucchetto al cuore.
***
Si avvicinava la Pasqua e aveva già venduto tutti gli agnelli da latte.
Tutti, tranne uno.
Lo avrebbe macellato per la domenica santa: l’agnello, ucciso come vittima sacrificale.
Così voleva la tradizione.
***
Ma suo nipote si avvicinava a quell’animale e l’agnello, piccolo com’era, trovava conforto nelle mani infantili che lo accarezzavano.
Il nonno cercava di evitare quella vicinanza, ma il bambino sfuggiva al suo controllo.
Gli capitava di vederli sul campo davanti a casa, l’uno accanto all’altro.
Due cuccioli, ma con una sorte diversa.
***
Ormai il tempo era giunto e lui doveva uccidere l’agnello: bisognava prepararlo in tempo per il pranzo della festa.
E non era necessario portarlo al macello, perchè avrebbero mangiato in famiglia quell’animale, un cucciolo di appena un mese di vita.
***
Si avvicina all’ovile: guarda con attenzione, ma l’agnello non c’è.
In quel momento, la nuora esce da casa.
“Hai visto il bambino?”, gli chiede ad alta voce.
Lo cercano di nuovo in casa, negli spazi vicini, nell’ovile.
Non si trovano né lui né l’agnello.
Si è fatta notte, ma la ricerca continua con affanno.
***
All’improvviso, dove la radura finisce e comincia il bosco, il nonno sente un belato.
Si accosta con ansia e li vede, stretti l’uno all’altro, seduti ai piedi della vecchia quercia, che li protegge con la chioma folta.
E in quel momento, nel cuore dell’uomo si apre un ricordo: lo strazio di quando, da bambino, gli avevano strappato dalle braccia l’agnello che amava, il più piccolo tra i nuovi nati.
Lo aveva rivisto poco dopo: il capo chino, il sangue che scorreva dalla gola e così inerme che la vita era fuggita in fretta da lui.
***
Quel ricordo lo scuote.
Allora decide: mentre il nipote lo guarda timoroso, l’uomo lo abbraccia e lo rassicura.
Non ci sarà il sacrificio di sangue, gli dice.
Si avvicina all’agnello: lo solleva tra le braccia, lo adagia sulle spalle e stringe fra le mani le zampe dell’animale, poggiate sul suo petto.
***
Poi si avviano lenti verso casa: il nipote cammina accanto a loro.
E sorride, mentre guarda l’uomo che regge l’agnello, pieno di vita.
Gloria Lai
Scritto tutelato da Patamu.com del 2/4/2024 n° 223301
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