A PROPOSITO DELLA DEPRESSIONE…

Si chiama depressione la reazione dell’organismo e della psiche davanti a un evento doloroso.

La depressione è un fenomeno naturale che segnala la presenza di una problematica vissuta come inevitabile, opprimente e penosa.

E rappresenta un tentativo sano di de-pressare il carico emotivo per ritrovare un significato più profondo in ciò che sta accadendo.

Infatti, quando un avvenimento angosciante mette a dura prova il mondo interiore tutti i valori considerati importanti perdono di interesse e l’organismo attraversa una crisi necessaria a metabolizzare l’esperienza fino a ritrovare il piacere di stare al mondo.

Durante quei momenti (fisiologici e indispensabili alla sopravvivenza) tutte le priorità si modificano e le cose che solitamente ci appassionavano perdono il loro sapore per lasciare spazio a un silenzio da cui emergeranno altri percorsi di vita e altre verità.

L’uscita dalla depressione segna l’inizio di un diverso modo di leggere il mondo e porta con sé interessi più intimi e più autentici.

Nel nostro frenetico stile di vita, però, non c’è spazio per l’interiorità e tutto ciò che è legato ai sentimenti è snobbato, deriso o patologicizzato.

Come se si trattasse di una deformità o di una malattia.

Abbiamo tante pastigliette colorate capaci di fare la fortuna delle case farmaceutiche e di cancellare in un batter d’occhi i fastidiosi sintomi del cambiamento interiore.

Per stare al passo con la società bisogna comprare e produrre: l’economia non ha bisogno di intimità ma di consumatori e di lavoratori!

Per questo la depressione è stata demonizzata al punto che per nasconderla si può arrivare anche a mentire.

“Non sono depresso è l’influenza che mi butta giù!”

“Sto benissimo, grazie, sono solo stroppo stanco per fare le cose.”

“Non ho più voglia di niente, dev’essere questo freddo!”

Le ragioni sono tante, il motivo è uno solo: non mostrarsi deboli, fragili, insicuri o apatici.

Negli anni duemila è indispensabile essere sempre attivi.

Cioè: energici, produttivi, pieni di cose da fare e proiettati verso il raggiungimento dei tanti desideri (spesso insoddisfabili) proposti dal mercato.

L’assenza di aspirazioni fa paura.

Eppure…

Il silenzio interiore è un presupposto indispensabile per trovare la propria autenticità.

La depressione è una manifestazione sana della psiche, una risposta a volte necessaria per superare il dolore emotivo.

Ciò che, invece, è malsano è la paura che l’accompagna, perché è la conseguenza di uno stile di vita avulso dai ritmi naturali e perciò disumano.

In natura gli animali non conoscono la depressione.

Accolgono la sofferenza che deriva dalle esperienze penose.

Sanno che davanti a una disgrazia ritirarsi in se stessi è spesso l’unica risposta adeguata e funzionale alla vita.

Gli esseri umani, invece, pretendono di sentirsi sempre effervescenti e dimenticano che il silenzio è un rimedio necessario per realizzare un’esistenza migliore.

Il dolore indica la strada del cambiamento e spinge alla ricerca della verità.

Non perché nella vita sia indispensabile procurarsi qualche tormento ma perché segnala il bisogno di esplorare aspetti nuovi di sé.

Carla Sale Musio

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