“Dove andiamo?”, pensava il piccolo maiale, stipato con troppi altri dentro un camion.
Non sapeva dove fossero diretti, ma il caldo era terribile e l’acqua insufficiente a ristorarsi almeno un poco.
Era molto giovane: in un allevamento la madre lo aveva partorito a fatica dentro una gabbia stretta, dove lui aveva trascorso qualche tempo con i fratelli.
Certo, era difficile muoversi, ma almeno chi gli stava accanto era la sua famiglia: tutto quello che possedeva.
Poi, lo avevano portato via dalla madre e dai fratelli, chissà per dove.
***
Attraverso le fiancate del camion, il maialino guardava scorrere la strada e, oltre quella, i campi, le case, gli alberi.
Tutto un mondo che lui non conosceva e che lo lasciava stupito.
Il camion correva e capitava che gli animali si spingessero contro le pareti: alcuni non tenevano l’equilibrio e cadevano a terra, assetati, affamati e schiacciati da troppe zampe.
Lui poteva vedere i loro occhi, che si appannavano piano.
***
Una frenata scuote il camion: il mezzo si ferma con uno scossone.
Un elemento della fiancata si sposta e si crea uno spazio: piccolo, ma ha il sapore della libertà.
Allora, quando il camion sta per ripartire, il maialino decide: attraverso quello spazio si getta fuori e cade sul ciglio della strada.
Un dolore forte: chiude gli occhi, perde conoscenza.
***
Non sa quanto tempo sia trascorso.
È ancora immobile.
Gli camminano intorno molte formiche; alcune farfalle volano accanto a lui, quasi a fargli la guardia, e le cornacchie gli saltellano vicine e lo osservano curiose.
Il sole è alto, ma non c’è caldo come nel camion e quegli esseri sembrano affettuosi e lo guardano con tenerezza.
Lui ricorda gli occhi di sua madre, sdraiata a terra nella gabbia, costretta a stare immobile, ma dolce come le madri sanno essere.
***
Gli animali intorno a lui cominciano a spingerlo oltre il ciglio della strada, lo accompagnano piano verso i campi.
E lui si affida, come fanno i cuccioli, quando si sentono protetti.
In fondo al verde inizia il bosco, dove si muovono alcuni esseri scuri, forti, irsuti.
Le formiche, le cornacchie e le farfalle lo precedono, guidandolo verso il margine dei campi, dove rendono omaggio ai cinghiali e gli affidano il piccolo.
Quelli, in risposta, chinano il capo.
Dopo un istante, si avvicinano al maialino e lo accolgono con tenerezza.
Il piccolo non li ha mai visti, ma lo stupisce la somiglianza con loro.
Una femmina si avvicina più degli altri e gli accarezza il capo con il muso, proprio come faceva sua madre.
Poi i cinghiali si avviano verso il bosco e lui li segue piano.
Allora quelli si voltano ad aspettarlo, come si fa con i figli piccoli, quando camminano lenti.
Gloria Lai
Opera tutelata da Patamu.com con il n.°226158 del 19.5.2024.
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