Per riconoscere il Bambino Interiore è necessario rendersi conto che la nostra vita emotiva è animata da molte parti diverse, capaci di alternarsi al governo della psiche a seconda delle circostanze in cui ci troviamo.
Così, possiamo essere: dolci e remissivi con il partner, polemici e insofferenti con i genitori, assertivi e decisionisti sul lavoro… e via dicendo.
Ognuno di noi alterna personalità differenti in momenti differenti.
E questo alternarsi dipende dagli aspetti inconsci che di volta in volta vengono sollecitati dagli avvenimenti.
Nel corso del lavoro introspettivo si esplorano alcune di queste personalità e si impara a gestirne il via vai sulla scena psichica.
Il Bambino Interiore prende forma dalle esperienze vissute durante l’infanzia ed è una delle personalità più vitali e significative.
Nei primi anni di vita, infatti, la psiche è plastica e sensibile, pronta a conoscere e imparare a vivere in questa realtà.
Da piccoli prendiamo la maggior parte delle decisioni: valutiamo il bene e il male, ci adeguiamo ai valori della nostra famiglia e del nostro ambiente, impariamo i comportamenti adatti a farci benvolere… e così via.
Decisioni che in seguito non verranno più messe in discussione.
L’urgenza di crescere ci spinge ad archiviare come buone le soluzioni che permettono di ottenere amore e stima, senza perdere ulteriore tempo in verifiche e controlli successivi.
Succede così che quelle prime risposte adattive si ripropongano sempre uguali anche negli anni a venire.
A volte questo è utile.
A volte no.
Tuttavia, per un bambino entrambe le cose sono fondamentali per la sopravvivenza.
E se da adulti non ci fermiamo ad analizzare le origini dei nostri comportamenti possiamo trovarci in situazioni di grande sofferenza psicologica.
Eccovi alcuni esempi.
Maria è la più grande di tre fratelli, la mamma l’ha avuta quando era ancora adolescente.
Il papà era un padre/padrone sempre pronto ad alzare la voce e le mani per fare rigare dritto la moglie e i figli.
Maria ha vissuto un’infanzia fatta di botte, dolore e paura e appena ha potuto si è resa indipendente dalla famiglia.
Oggi è una donna piena di risorse, di amici e di fascino.
Il dolore l’ha resa sensibile e attenta agli altri.
In un angolo del suo inconscio, però, la Bambina Spaventata del passato ha ancora paura e, ogni volta che qualcuno fa la voce grossa, si paralizza: incapace di parlare e reagire, pronta ad assecondare chiunque pur di non prendere schiaffi e cinghiate.
Come le succedeva in passato.
***
Ines è la più grande di quattro figli, i suoi fratellini soffrono tutti di asma e la mamma le chiede di aiutarla ad accudirli.
Ines deve proteggerli, accontentarli nei giochi, non farli arrabbiare ed essere sempre pronta a sacrificarsi per loro.
La mamma si fida di lei e questo la fa sentire bene.
Ma in un angolo del suo cuore sente di non valere tanto quanto i suoi fratelli e, nonostante l’impegno che mette nel prodigarsi per loro, qualcosa fa male dentro.
Da grande sceglie di fare il medico e non si risparmia nell’eseguire le direttive di chi gestisce l’ospedale e la salute pubblica.
La sua Bambina Interiore ha imparato che l’ubbidienza e la dedizione agli altri sono le cose più importanti della vita, anche a costo di ignorare se stessa e la sua salute.
Sommersa dallo stress convive con innumerevoli patologie che invano le segnalano il bisogno di prendersi cura di sé.
***
Il papà di Annalisa è andato via subito dopo la sua nascita e la mamma ha vissuto la maternità con grande insofferenza, trattandola in modi bruschi, anaffettivi e aggressivi.
Oggi Annalisa è una donna di successo, ma la sua vita sentimentale è un disastro.
L’abitudine ai maltrattamenti (subiti da bambina) la rende assuefatta alle critiche e alla violenza da parte delle persone che ama.
E, nel tentativo di farsi benvolere, accetta passivamente i tradimenti e le umiliazioni del fidanzato.
Nascosta nell’inconscio la sua Bambina Interiore sente di non poter avere di più dello scarso amore ricevuto dalla mamma e cerca di cambiare il finale della sua storia infantile.
Senza riuscirci.
***
Per superare queste trappole emotive e uscire dalle pastoie del passato è necessario rimboccarsi le maniche e prendere in adozione il Bambino Che Siamo Stati.
Evitando che cerchi da solo un riconoscimento affettivo simile a quella che ha ricevuto.
E donandogli finalmente l’amore che gli è mancato e di cui ha tanto bisogno.
MA IN PRATICA COME SI FA?
Ve lo spiego nel prossimo articolo.
Stay tuned…
Carla Sale Musio
Grazie Carla🥰