IL CARILLON

Lasciare quella casa era stato difficile: troppi ricordi, molte nostalgie.

Aveva raccolto in una borsa ampia gli oggetti più cari, per ritrovarli facilmente e sistemarli nel nuovo appartamento: si sa, durante un trasloco si perde sempre qualcosa.

La nuova casa era più grande e dalle finestre si vedeva il mare; le era piaciuta subito, come se quelle pareti, ancora vuote, le avessero detto: “Qui starai bene”.

Poi, la fatica di sistemare tutto, riempire armadi e cassetti, decidere cosa buttar via.

Ma aveva conservato ricordi di viaggio e indumenti appartenuti ai genitori.

Il suo gatto sembrava apprezzare la casa e la cuccia nuove: era ormai anziano, reso placido dagli anni.

Tra gli oggetti più cari, raccolti nella borsa, un Arlecchino snodato dentro una scatola colorata: era un carillon, a cui diede la corda.

Lo aveva amato sin da bambina.

La braccia e le gambe del pupazzo cominciarono a danzare sulle note di un valzer lento.

Lei rimase a guardare finché la corda non si esaurì con uno scatto metallico.

Allora le braccia dell’Arlecchino si fermarono d’improvviso, con un gesto ampio che sembrava un saluto.

Ormai la casa era sistemata, ma tutto era diverso.

Poco tempo prima le era finito un amore: e aveva deciso che sarebbe stato l’ultimo.

“Bisogna chiudere il cuore, prima o poi”, si era detta.

E quello le era sembrato il momento giusto.

Ormai rideva di meno e, a volte, sentiva di avere poco da dire.

Una notte la sveglia una musica.

Si stupisce, si alza, va in salotto, guarda attentamente: è il carillon che suona.

“Come è accaduto?” lei si chiede.

L’Arlecchino danza sulle note del valzer e sembra che la inviti, tendendole le braccia.

Lei non crede ai suoi occhi, ma le nasce una curiosità profonda.

“E se andassi?”

Un’esitazione: poi, senza sapere come, oltrepassa la cornice.

Si trova in un salone ampio, luminoso: lui le va incontro e si inchina nel saluto.

“Qui è sempre festa”, le dice.

Poi le offre una rosa rossa e la invita a danzare.

Ci sono altre maschere intorno, che sorridono e ballano in un carnevale senza tempo.

Lui quasi la abbraccia: danzano leggeri e lei si affida.

Da tempo non si sentiva così, senza ansia né timori, senza nessuna tristezza.

Poi la musica cresce, la danza si fa rapida, le altre maschere volteggiano e li sfiorano.

Ora avverte solo le braccia di lui, che la stringono in quel valzer infinito, dolce come una carezza. 

All’improvviso tutto si ferma: lei si sveglia di colpo ed è nel suo letto.

“Ho sognato”, dice tra sé.

Ma sembrava così vera quella danza che va in salotto e guarda con attenzione: è tutto in ordine.

Sta per tornare indietro: e in quel momento vede il suo gatto fissare qualcosa.

Lei si avvicina e non crede ai suoi occhi.

Sul pavimento, non lontana dal carillon, una macchia di colore.

Sono petali rossi.

Petali di rosa.

Gloria Lai

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12/11/2021

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