COME FARE I MIRACOLI CON ONESTÀ

Guardare la propria crudeltà senza nasconderla è un compito difficile da affrontare, il bivio in cui si biforca l’esistenza di maghi e babbani.

I babbani, infatti, proiettano costantemente l’oscurità interiore su chi ne porta le stimmate nel mondo esterno.

I maghi, al contrario, osservano la vita intima senza sfuggirla, affrontando un processo di conoscenza di sé: coraggioso e umile, potente e terribile, angosciante e ricco di magia… tutto insieme.

Sfidare l’immagine idealizzata di noi stessi fino ad accogliere i mostri interiori è un passo indispensabile per entrare nei mondi magici, la chiave capace di aprire le porte dell’inconscio, il segreto in grado di svelare la Totalità dell’esistenza.

In questa nostra dimensione materiale, infatti, l’Infinito si frammenta in coppie di opposti.

E schierarsi da una parte o dall’altra delle polarità costituisce un richiamo irresistibile.

Per tutti.

Cerchiamo di coltivare il bene e di evitare il male, vogliamo essere buoni e condanniamo i cattivi, ci sforziamo di essere giusti e nascondiamo i nostri sbagli

Tuttavia, scegliere e giudicare conducono nel vicolo cieco della finzione.

E nel tentativo di raggiungere la meta impossibile della perfezione perdiamo di vista l’integrità fatta di bene e male, giusto e sbagliato, buono e cattivo insieme.

Aprirsi a ciò che non piace è un percorso difficile.

Il baratro dell’emarginazione sociale, infatti, è la paura che terrorizza tutti, annientando il desiderio di conoscenza e spingendoci a nascondere la verità dietro una maschera (adatta alle circostanze ma priva di onestà).

Vogliamo essere benvoluti e stimati.

E per raggiungere questi obiettivi siamo disposti a negare la verità.

Anche a noi stessi.

In questo modo l’onestà diventa la prova più difficile da superare, lo spartiacque in grado di decretare il potere di una persona, la differenza tra maghi e babbani.

Nel mondo interiore, infatti, il potere appartiene a chi non si nasconde sotto i travestimenti “necessari” a sentirsi amati.

Saper guardare dentro di sé con onestà è un’impresa ardua.

E in tanti preferiscono combattere all’esterno ciò che richiama una vita intima giudicata sbagliata.

Ma in verità: nulla di ciò che esiste è realmente sbagliato.

Ogni cosa segnala l’appartenenza a una Totalità priva di giudizio per definizione.

Interiormente, infatti, il bene e il male compongono un insieme infinito di sfumature e possibilità.

Sfumature e possibilità tra cui possiamo scegliere (quelle da manifestare nei gesti e nelle azioni) solo quando abbiamo presente l’intera tavolozza dei colori.

Separare il bene nascondendo il male non è una scelta reale ma un espediente per sfuggire l’ascolto della complessità che caratterizza le dimensioni interiori.

La magia nasce dalla capacità di accogliere la vita intima senza censure.

Dall’ascolto della propria Totalità (fatta di luce e di buio) prende forma e la comprensione delle dimensioni invisibili.

La responsabilità del male appartiene a tutti: maghi e babbani.

Ma la scelta tra le polarità riguarda le azioni esteriori.

E non l’ascolto del mondo intimo.

Il mago è colui che ha saputo accogliere l’oscurità dentro di sé fino a trasformarla.

Non perché la discrimina.

Ma perché si apre alla verità.

Lasciandosene attraversare senza agirla.

Senza giudicarla.

Senza appartenerle.

Con sincerità.

La magia è la conseguenza di un ascolto che oltrepassa il giudizio, l’azione e il rifiuto.

L’unico miracolo possibile.

Nel mondo interiore.

E nella realtà.

Carla Sale Musio

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