QUELLA SANA INCAPACITÀ DI ADEGUARSI A UN MONDO MALATO…

QUELLA SANA INCAPACITÀ DI ADEGUARSI A UN MONDO MALATO…

Da quando faccio questo mestiere penso che le cose siano spesso alla rovescia.

Lo penso soprattutto quando ascolto le richieste d’aiuto della gente e verifico come la maggior parte delle persone che si rivolgono agli psicologi si sentano sbagliate in un mondo gravemente malato.

Credo che per risolvere la maggior parte delle malattie mentali bisognerebbe rimboccarsi le maniche e curare il mondo.

La sofferenza psicologica, infatti, è il risultato di una sana incapacità ad adeguarsi a uno stile di vita che non rispecchia i bisogni profondi di chi lo vive.

Non voglio inneggiare ai bei tempi antichi e neanche proporre una vita solitaria sulle montagne, voglio sostenere che gli esseri umani non sono quei mostri di cinismo che, invece, si impongono di essere per sentirsi parte di una società gravemente malata di insensibilità.

La nostra specie è sensibile, arrendevole, cooperativa e, soprattutto, creativa.

Per vivere bene e in buona salute, ha bisogno di imparare a riconoscere l’emotività e poterla condividere con gli altri.

Ogni cucciolo d’uomo atterra nella vita con l’anima scoperta e le emozioni traboccanti.

La sua vulnerabilità dà senso e profondità all’esistenza: è il tesoro che dobbiamo imparare a custodire, lo strumento che ci permetterà di esprimere le nostre peculiarità.

La sensibilità è una risorsa preziosa che ogni essere umano ha bisogno di accogliere per manifestare la propria unicità.

Ma, quando l’energia emotiva non è compresa, valorizzata e supportata, i piccoli della specie umana utilizzano le risorse creative per trasformarsi camaleonticamente nella maschera necessaria a ottenere la stima degli altri e, crescendo, smarriscono il ricordo dei loro bisogni originari.

Ho verificato che la perdita di contatto con la sensibilità interiore è l’origine profonda di innumerevoli sofferenze e il mancato ascolto della vulnerabilità è la causa principale delle patologie psicologiche.

Curare, in questi casi, non serve: nasconde la vera origine dei problemi e amplifica la sofferenza e la vergogna di chi si sente diverso e perciò malato.

Per ottenere il benessere e la salute mentale è indispensabile accogliere la poliedricità di se stessi, permettendole di fluire nella quotidianità.

La creatività e l’empatia sono risorse indispensabili ad affrontare i cambiamenti della vita, perché consentono di attraversare gli eventi con passo leggero, scoprendo nuove possibilità nelle cose e dentro di sé.

Esercito la professione di psicoterapeuta da oltre trent’anni e ho sempre cercato di restituire alle persone che si rivolgono a me chiedendo aiuto, il senso e il valore della loro unicità, perché per sentirsi bene è indispensabile ritrovare il filo della immaginazione, dei sogni e della propria intima verità.

Sono questi, infatti, gli unici strumenti che ci consentono di attraversare il labirinto della vita con entusiasmo, fiducia e gratitudine per tutto ciò che ci succede.

La depressione, gli attacchi di panico e tante altre patologie psicologiche nascondono una perdita di contatto con il desiderio profondo di esprimere la propria originalità e rappresentano il tentativo, inconscio e maldestro, di conciliare i bisogni di appartenenza con l’espressività individuale.

QUELLA SANA INCAPACITÀ DI ADEGUARSI A UN MONDO MALATO…

Nel corso del tempo ho evidenziato le caratteristiche di una sana manifestazione di sé e, con stupore, ho scoperto che queste sono proprio le cose che i pazienti mi chiedono di curare!

Perciò ho sentito la necessità e l’urgenza di scrivere un libro che permettesse a chi legge di riflettere su se stesso e su quei talenti ingiustamente scambiati per patologie.

Qualcosa che aiutasse le persone a ritrovare il significato della propria esistenza nascosto dietro l’armatura di prescrizioni indossata per piacere agli altri.

Il mio obiettivo è far comprendere come la diversità arricchisca la vita di possibilità nuove e soltanto l’obbligo dell’omologazione generi le sofferenze e la violenza che stanno distruggendo l’umanità.

Naturalmente, comprendere non vuol dire conformarsi ma imparare ad accogliere dentro di sé anche le cose che non piacciono e camminare nella vita tenendo a braccetto la diversità e il conformismo, l’amore e la crudeltà, il silenzio e la parola, la solitudine e la socialità, l’apatia e l’entusiasmo, la gentilezza e l’egoismo… il bene e il male interiori!

Perché, nel mondo della dualità, bene e male sono concetti relativi, aspetti di noi stessi indispensabili per riappropriarci della multiforme Totalità originaria, da cui tutti proveniamo.

Accettare questa poliedrica incoerenza non significa permettere l’abominio e la violenza ma vuol dire: imparare ad accoglierli dentro di sé.

Senza giudicare e senza emarginare nessuno.

Solo dall’accettazione interiore di infinite polarità divergenti può nascere una società pacifica, in grado di comprendere senza discriminare e capace di scegliere la cooperazione, l’amore e il rispetto per ogni vita.

La libertà è frutto di una profonda assunzione di responsabilità e prende forma dalla capacità di riconoscere dentro di sé la diversità, il cambiamento e la trasformazione.

Solo così diventa possibile realizzare un mondo migliore.

La descrizione della Personalità Creativa (esposta nel libro La Personalità Creativa) è la sintesi delle ricerche e del lavoro di oltre trent’anni, il messaggio nella bottiglia che ho affidato alla sincronicità degli eventi perché incontrasse le persone giuste al momento giusto, aiutando chi legge a riconoscere il proprio inestimabile valore individuale.

Carla Sale Musio

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