Siamo abituati a pensare che gli esperti della nutrizione siano le persone più qualificate per insegnarci cosa è giusto mangiare e come mantenerci in salute.
Così, pieni di speranza e di fiducia ci rivolgiamo agli specialisti, pronti a seguire pedissequamente le loro sapienti istruzioni a proposito di sostanze nutritive, calorie, diete, vitalità e benessere.
Sembra che la scienza dell’alimentazione sia una materia preclusa alla maggioranza e riservata solo a pochi consulenti: competenti e sempre aggiornati sulle ultime ricerche, scoperte e novità scientifiche.
Oggi, però, le informazioni viaggiano in rete e ognuno può aggiornarsi sugli argomenti più disparati, scegliendo il medico, il dietologo o il nutrizionista in base al credo e al sapere che ritiene più vicino a sé.
La conoscenza non è mai una sola.
Esistono milioni di possibilità tutte ugualmente vere, perché la realtà … dipende da chi sceglie!
La fisica quantistica ci ha spiegato che gli eventi non sono indipendenti dalle persone che li vivono.
Esiste un’interazione costante tra pensieri e percezioni.
Da questa interazione prende forma quella che noi chiamiamo realtà e che è soltanto una tra le infinite possibilità esistenti.
Ogni particella di realtà, infatti, prima di coagularsi nella materialità che percepiamo con i sensi appartiene a un’onda di probabilità infinite.
I pensieri e le credenze che coltiviamo in noi stessi magnetizzano eventualità affini, dando forma agli avvenimenti della nostra vita.
Ognuno vive e sperimenta le situazioni che più sono in sintonia con il proprio mondo interiore.
Conscio ma, soprattutto, inconscio.
Quando vagabondiamo nella rete, inseguendo una notizia o un’altra spinti dal nostro interesse, attiviamo una sinergia tra quel nugolo di possibilità infinite e la nostra intima verità.
E, senza rendercene conto, coaguliamo gli eventi che confermano il nostro credo profondo, materializzando la nostra specifica verità.
Ecco perché, se ci guardiamo attorno, possiamo osservare una gran varietà di situazioni, molto diverse tra loro e tutte vere per chi le vive.
Anche quando le ricerche che supportano quelle scelte appaiono contraddittorie e incompatibili.
Qualcuno sostiene che mangiare le arance crei una pericolosa acidità nello stomaco. Altri, invece le ritengono alcalinizzanti.
C’è chi è convinto che uccidere sia indispensabile per vivere perché, senza mangiare carne, si crea una carenza di proteine, e chi (come me) crede che la vita sia un diritto inalienabile di ogni essere vivente e che le proteine si trovino nella frutta e nella verdura in quantità più che soddisfacenti.
Molti sostengono che bere un bicchiere di vino rosso faccia bene alla salute, e tanti lo considerano una droga, pericolosa quanto l’eroina.
Ognuno porta avanti la sua verità, trovando le obiezioni o le conferme che sono in armonia con la propria evoluzione interiore.
Poche persone, però, sanno prendere su di sé il carico delle proprie convinzioni e delle esperienze che vivono.
La maggior parte preferisce demandare ad altri la responsabilità di ciò che succede, glorificando gli specialisti quando le cose vanno bene e denigrandoli quando, invece, vanno male.
In seguito a questa delega costante della nostra salute abbiamo permesso che ci venisse espropriata la gestione di noi stessi e, oggi, senza il parere di un esperto non siamo nemmeno in grado di capire se siamo sani o malati, se abbiamo ancora voglia di vivere o se dobbiamo prepararci a morire.
Il verdetto dello specialista è diventato decisivo per la sopravvivenza.
Ci sentiamo in forma, quando il medico dichiara che stiamo bene, e doloranti quando, invece, decreta che siamo malati.
In questo modo, abbiamo perso la capacità di ascoltarci e di gestire autonomamente la vita, caricando di responsabilità gli esperti che, nel tentativo di aiutarci, spesso finisco per soccombere, schiacciati dal peso di infinite responsabilità.
(Lo schiavismo che sta uccidendo il mondo è una patologia insidiosa e, purtroppo, si annida dentro noi stessi)
Ma, profondamente, ognuno conosce d’istinto la verità.
Soltanto noi possiamo stabilire che cosa è giusto e cosa, invece, è sbagliato per noi.
La stessa ricetta miracolosa per alcuni può diventare deleteria per altri.
Delegare la responsabilità del nostro benessere è una scelta pericolosa perché ci espropria dell’autonomia, riducendoci a macchine prive di volontà.
Sentirsi bene è il risultato di un ascolto profondo di sé.
Un ascolto che sviluppa la capacità di riconoscere i propri bisogni e i propri valori, e porta a coagulare realtà sempre nuove, in armonia con le scelte di vita.
La libertà nasce dalla capacità di prendere su di sé tutta la responsabilità della propria esistenza, srotolando la trama invisibile della creatività individuale nella realtà quotidiana.
La salute è il risultato dell’incontro tra le nostre propensioni interiori e le scelte che compiamo ogni giorno.
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