Ci sono anche delle maestre imperfette.
Cioè: poco sensibili, parziali, intolleranti, disattente, rigide, ingiuste, sgarbate… eccetera.
Quando un bambino ha una maestra non proprio perfetta, in genere le proteste non tardano ad arrivare.
Magari non a scuola… ma certamente a casa.
E in quei momenti tanti genitori, per paura di screditare l’autorità incoraggiando atteggiamenti polemici e oppositivi nei bambini, tendono a minimizzare le responsabilità della maestra e a colpevolizzare eccessivamente i propri figli.
“Devi studiare di più!… Sei sempre distratto!… Comportati bene e vedrai che queste cose non ti succederanno!”
In questo modo i bambini diventano vittime due volte. Dell’ingiustizia della maestra e dell’incomprensione dei genitori.
Mistificare le ingiustizie per tutelare a priori l’affidabilità degli insegnanti, costringe i piccoli a disattendere la propria percezione della realtà e incoraggia in loro un atteggiamento acritico e passivo.
È importante che i bambini si sentano compresi e accolti, soprattutto quando hanno subito dei torti.
Questo non significa processare la maestra e condannarla pubblicamente, magari arrivando a cambiare di classe il bambino.
Il problema in genere non è la maestra, ma l’ascolto e l’accoglienza delle emozioni che il bimbo ha vissuto.
E ciò che serve in questi casi non è punire il colpevole, ma sostenere i bambini nella corretta percezione della realtà e nell’ascolto di sé.
Quando un bambino si sente riconosciuto e compreso dai propri genitori è capace di gestire meglio le difficoltà e di trovare soluzioni nuove.
Per questo è importante ascoltare con attenzione il resoconto dei fatti (valutando obiettivamente l’accaduto) e permettere ai piccoli l’espressione dei loro vissuti.
La domanda:
“Tu come ti sei sentito? Che cosa hai provato?”
permette di riconoscere le emozioni e di condividerle (e di solito è più utile che individuare subito un colpevole e promettere punizioni adeguate).
I piccoli hanno bisogno di solidarietà, non di vendetta.
L’umiliazione, la frustrazione, la rabbia, il senso di impotenza, il dolore, la solitudine… devono trovare accoglienza e spazio nell’ascolto dei grandi.
Sia per gli adulti che per i bambini è importante imparare ad accogliere le emozioni, soprattutto quelle sgradevoli e dolorose, senza censurarle e senza cercare di scacciarle immediatamente.
Saper ascoltare se stessi è il primo passo per il benessere psicologico.
E per riuscirci occorre che i grandi diano l’esempio, ascoltando e condividendo i propri stati d’animo e prestando attenzione a quelli dei piccoli.
I genitori capaci di comunicare con sincerità le proprie emozioni e di accogliere quelle dei propri figli sono un sostegno prezioso e insostituibile nel cammino per diventare adulti.
E contribuiscono (più che con mille parole) a creare condivisione e amore.
La sopraffazione, la prepotenza e la violenza, infatti, hanno origine dalla discriminazione che attuiamo nel nostro mondo interiore, censurando in noi stessi ciò che riteniamo sbagliato e condannandolo poi nei comportamenti degli altri.
Accettare tutte le emozioni e permetterne l’espressione, senza giudicarle e senza biasimarle, è il primo passo verso una società migliore.
Solo così si può costruire un mondo capace di non discriminare e di accogliere.
Quando sappiamo accettare e comprendere tutti i sentimenti che abbiamo dentro di noi, impariamo ad accettare e comprendere la diversità.
Il razzismo, infatti, ha le sue radici nella guerra che ognuno attua contro le parti inaccettabili di sé, giudicate sbagliate.
Come si vede, una maestra imperfetta può diventare un’occasione per condividere l’intelligenza emotiva insieme ai nostri figli e costruire con loro un dialogo aperto e produttivo.
Tuttavia, siccome i bambini hanno anche bisogno di sfogarsi un po’… eccovi un gioco che serve a ridistribuire l’autorità e il potere e permette a chi si è sentito umiliato di riequilibrare le cose.
LA PAGELLA DELLA MAESTRA
In questo gioco sono i piccoli che finalmente valutano i grandi e che stabiliscono a modo loro i criteri delle valutazioni.
Con un cartoncino colorato o con un foglio di carta si costruisce un facsimile della pagella scolastica, solo che nella “Pagella della Maestra” le materie sono scelte di volta in volta dal bambino secondo il suo umore e suoi desideri, e perciò possono variare da una pagella all’altra.
Una volta che lo schema è pronto, il bambino compila la pagella con i voti, le note comportamentali… e tutto ciò che la sua fantasia ritiene importante e opportuno.
Eccovi qualche esempio:
Pagella della maestra: SANDRA
- SIMPATIA: scarsa (è antipatica!) VOTO: 3
- CAPACITA’ DI GIOCARE: totalmente assente VOTO: 0 spaccato!!
- SENSO DELLA GIUSTIZIA: pessimo (favorisce chi le pare!) VOTO: 5
- PREPOTENZA: eccessiva VOTO: 10 e lode!!
- CORRUTTIBILITA’: alta (ama gli adulatori!) VOTO: 9
- CARATTERE: pessimo (fa schifo!) VOTO: 0 spaccato!
FIRMA dell’alunno: ……………………………………………………………………………………….
Pagella della maestra: SABRINA
- ALLEGRIA: tantissima (sorride sempre e ci fa divertire!) VOTO: 10 e lode!!
- VOLER BENE AI BAMBINI: è brava e buona con tutti VOTO: 10 e lode!!
- GIOCHI DIVERTENTI: inventa sempre cose nuove VOTO: 10 e lode!!
- PUNTUALITA’: scarsa (arriva sempre in ritardo) VOTO: 5 deve migliorare!
- SENSO DELL’UMORISMO: altissimo (ci fa sempre ridere!) VOTO: 10 e lode!!
- CARATTERE: bellissimo ma ogni tanto è un po’ distratta VOTO: 7
FIRMA dell’alunno: ………………………………………………………………………………………..
Questo gioco permette al bambino di mettersi dalla parte di chi gestisce il potere, consentendogli di riequilibrare i ruoli, inevitabilmente sbilanciati, tra insegnante e alunno.
Naturalmente il gioco della pagella può essere fatto anche con altre figure significative: parenti, amici, compagni di classe, eccetera.
N.B.: non è importante informare del gioco le maestre in questione.
Carla Sale Musio
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