SE DIO FOSSE UN CANE…

SE DIO FOSSE UN CANE…

Un giorno la mia ex collega, la signora Pistis, morì.

San Pietro venne a prenderla e la scortò in una sorta di sala d’aspetto che sta tra il Paradiso e il Purgatorio.

La signora Pistis non era una persona cattiva perciò l’Inferno per lei era fuori discussione.

Però era puntigliosa e poco sensibile alla sofferenza degli altri.

“Aspetta qui.” 

Le disse Pietro.

“Vado ad accertarmi sulla tua destinazione. L’Inferno è stato escluso, ma tra Paradiso e Purgatorio c’è ancora qualche indecisione. Be’… vado a vedere…”

E così dicendo sparì (come solo i santi sanno fare).

La signora Pistis rimase sola.

La sala d’attesa era vuota.

Si sedette su una sedia, lisciandosi il vestito (che non aveva più) e aspettò pazientemente che Pietro ritornasse.

Dopo un tempo indefinibile e senza che nulla si fosse mosso o avesse fatto rumore… un grosso cane comparve nella saletta.

 

SE DIO FOSSE UN CANE…

Era vecchio, sporco, accaldato e pieno di pulci e di zecche.

Aveva visibilmente fame e sete.

La signora Pistis scattò in piedi.

“Pietro!”

Urlò.

“Pietro!! Questo disgustoso animale non può entrare qui! I cani non possono entrare. Portatelo via. Mandatelo giù all’Inferno! Gli animali non sono ammessi in Paradiso e nemmeno in Purgatorio!”

Ma Pietro non apparve e il cane la guardò con i suoi occhi buoni e tristi.

Si grattò la schiena con una grossa zampa sporca di fango.

E poi parlò.

Si.

Parlò.

Con una voce dolce e profonda.

“Io sono Dio.”

Disse.

“Colui che tanto hai pregato durante la tua vita. Tutte le volte che hai avuto paura, quando non c’era nessuno e ti sentivi abbandonata e sola, nei momenti difficili e davanti alle prove che non riuscivi a superare, ho cercato di avvicinarmi a te. Oggi sono venuto a prenderti per portarti in Paradiso…”

 

SE DIO FOSSE UN CANE…

Ma non finì la frase perché la signora Pistis si era già allontanata a grandi passi.

“Un cane pieno di zecche e che, in aggiunta, parla da solo.”

Borbottava tra sé.

“Che schifo. Deve, trattarsi senz’altro di una maledizione!”

E intanto camminava rapidamente in cerca dell’addetto al canile municipale perchè finalmente la liberasse da quella presenza per lei così sgradevole.

***

Dopo un po’ anche un animalista terminò la sua vita.

E anche lui fu accolto da San Pietro nella saletta d’attesa che sta tra il Purgatorio e il Paradiso.

“Aspetta qui.”

Gli disse Pietro.

“Vado a vedere dove sei stato assegnato.”

E anche questa volta sparì all’istante.

Poco dopo come al solito apparve il cane, sporco e pieno di pulci e zecche, ma in quello stesso momento rientrò Pietro.

“Paradiso!”

Esclamò sorridendo.

“Seguimi.”

 

SE DIO FOSSE UN CANE…

“Non posso.”

Disse serio l’animalista.

“Non vedi che c’è un cane?! Non vado in nessun posto se prima non lo sistemo. Devo lavarlo, accudirlo, sterilizzarlo, trovare un veterinario e qualcuno che si prenda cura di lui. Mi dispiace, dì a Dio che non ho tempo adesso.”

E così dicendo prese il cane e cominciò a levargli le zecche… ma, in quella, il cane si rivelò!

“Io sono Dio.”

Disse sorridendo e assumendo la sua forma abituale di cane pulito e fedele.

“L’Amore è tutto ciò che possiedo.”

Continuò aprendo la porta del Paradiso.

“Accomodati!”

Carla Sale Musio

 

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